Liberty, l'invenzione fin de siècle
riflessi liberty nell'opera e nella prassi di balla futurista
Il quarto incontro del ciclo di conferenze dedicato al Liberty, che si terrà domenica 10 marzo alle ore 18.00 presso la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, Discesa Tonnara, 4B, curato dallo storico dell’arte Mario Finazzi, approfondirà l’insolito rapporto tra il Liberty e il Futurismo.
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L'evento
A cura di Mario Finazzi, con introduzione di Daniela Brignone; saluti di Ana Paula Paladino Florio
Domenica 10 marzo, ore 18.00, Palazzina dei Quattro Pizzi, Discesa Tonnara 4B, Arenella
Il quarto incontro del ciclo di conferenze dedicato al Liberty, che si terrà domenica 10 marzo alle ore 18.00 presso la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, Discesa Tonnara, 4B, curato dallo storico dell’arte Mario Finazzi, approfondirà l’insolito rapporto tra il Liberty e il Futurismo.
La ricerca artistica di Giacomo Balla, uno dei massimi esponenti del movimento futurista, sembrerebbe assai distante da ogni influenza liberty. Eppure, maturato pienamente nel contesto modernista romano, l’artista finì per assimilare alcuni elementi di quella tendenza, non tanto a un livello formale, quanto in termini di processi operativi. Da un lato, l’artista riprese spunti e temi dall’osservazione della natura, e conservò un certo gusto floreale e decorativo, seppure aggiornato nel quadro dell’estetica scientista e macchinista dei futuristi; dall’altro, e soprattutto, adottò quell’ideale di matrice morrisiana dell’officina artistica come centro di una trasformazione totale dell’ambiente, in cui tutte le arti contribuiscono alla creazione di uno stesso carattere estetico diffuso. Il manifesto programmatico Ricostruzione futurista dell’universo (1914), firmato con Fortunato Depero, rimane il passaggio più emblematico di questo processo estetico che investì ogni campo del vivere, dall’abbigliamento all’architettura, dalle arti figurative a quelle applicate. Proprio attraverso questo approccio creativo e ideologico, pur distanziandosi apparentemente, il gusto liberty e la ricerca futurista di Balla finiranno per evolvere nella stessa direzione, convergendo nella vasta, e ritardata, esplosione del Deco.
Mario Finazzi è uno storico dell’arte formatosi presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte contemporanea di Siena. Ha poi conseguito un dottorato in Storia e Teoria delle Arti presso lo IUAV di Venezia. Le sue maggiori aree di ricerca riguardano il rapporto tra avanguardie e occultismo, gli artisti della Campagna romana, gli stati d’animo in pittura tra Otto e Novecento, il futurismo romano, la guerra fredda culturale. È autore di diversi saggi e articoli inerenti personalità e fenomeni artistici del Novecento, tra riscoperte di artisti trascurati dalla Storia (Sexto Canegallo, Pietro Persicalli) e riletture critiche di nomi più noti (Enzo Cucchi, Massimo Luccioli, Franco Fanelli).
Il ciclo di conferenze è promosso da iDesign e da Casa Florio, con il patrocinio dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e del Comune di Palermo e dell’Archivio Basile.